L’ultimo Paleologo. Di Emanuele Rizzardi.

L’ultimo Paleologo di Emanuele Rizzardi. Pubme edizioni. Anno 2017.

Che dire di questo romanzo? Semplicemente avvincente! Devo ammetterlo: inizialmente ero molto scettica perché il primo impatto è stato quello di vedere 10 capitoli: ognuno dei quali conta numerosissime pagine. Dei capitoli lunghi insomma. A me i capitoli lunghi non piacciono molto, per il semplice fatto che adoro poter troncare le mie letture quando voglio, cosa che i capitoli lunghi non mi permettono di fare. Ma questa è stata solo la prima impressione. Man mano che leggevo le pagine del testo tutto scorreva incredibilmente, e quei capitoli lunghi si facevano leggere tutti d’un fiato!
Solitamente quando leggo un libro nella mia mente si formano delle piccole fotografie con le scene che leggo: con questo testo siamo andati oltre: dalla prima all’ultima parola che leggevo dentro al mio cervello prendeva forma un film: potevo tranquillamente vedere i singoli personaggi prendere forma: segno, questo, che l’autore scrive incredibilmemte bene.

Il libro si snoda su più fronti: Alessio Paleologo torna, dopo un lungo esilio in Italia, nella “sua” Costantinopoli assediata dai musulmani, per tentare di difenderla accanto al cugino-basileus; il quale lo invierà in Georgia dalla futura moglie Anna. Alessio parte alla volta di Kutaisi. Al suo arrivo viene accolto in malo modo dal figlio del duca di quelle terre nonché fratello di Anna: Bagrat. Quando il basileus muore per mano degli usurpatori/conquistatori di Costantinopoli, il “nuovo” pseudo-basileus dei Romani diventa Alessio. Egli sposa, al posto del cugino defunto, la bella Anna o meglio Tamar. Col cognato i rapporti inizialmente difficili si distendono a tal punto che i due iniziano a rispettarsi e a volersi bene come fratelli. Il campo di battaglia è il vero protagonista di tutto il romanzo: assedi, guerre civili, conquista del trono, sono gli elementi principali attorno al quale ruotano i protagonisti della storia.

Interessante è sottolineare come l’autore abbia reso visibili anche due personaggi femminili: Lucrezia e Tamar. Entrambe legate a doppio filo ad Alessio. Con loro, scopriremo, cosa il genere femminile può fare in nome del “vero amore”, o quale vendetta può mettere in atto pur di vendicare una delusione amorosa.

Il persinaggio che mi ha colpita molto e mi è piaciuto tantissimo è lo stregone rosso: Shervard. Stregone, perché, era in grado di curare con le erbe officinali. Come un sapiente speziale sapeva anche comporre i veleni: più o meno potenti si rivelarono estremamente utili contro l’esercito nemico. Inizialmente temuto da tutti, lo stregone sarà poi un validissimo braccio destro del suo sovrano. Un uomo capace di curare molte malattie, anche quelle più difficili. Insomma a lui sono particolarmente legata perché si avvicina molto a come mi sono immaginata, per quanto riguarda la preparazione medico-scientifica, il mio Domenico di Bartolomeo di Luca spezisle senese.

Faccio i miei più sinceri complimenti ad Emanuele Rizzardi per avermi dato l’opportunità di poter apprezzare il suo romanzo. Noto con piacere la sua giovane età: siamo coetanei. Sono, quindi, molto contenta di poter apprezzare le qualità scrittoree di un giovane autore come me.