Stregoneria: crimine femminile. Di Monia Montechiarini.

Stregoneria: crimine femminile di Monia Montechiarini. Edizioni Penne e Papiri (Vincenzo Valentini).

Storie vere! Storie di donne vittime della superstizione e dell’ignoranza.

Leggendo questo libro in più di un’occasione mi sono chiesta se quello che stavo leggendo era vero o se era il frutto della fantasia dell’autrice… forse è più “facile” credere che quello che è accaduto a queste povere donne sia solo una cosa inventata. L’autrice, invece, sottolinea più di una volta come le storie raccontate in questo libro siano tutte vere.


Quando si pensa alle strghe, alle grandi accusate e condannate dall’inquisizione, ci viene in mente un personaggio su tutti: Giovanna d’Arco. In questo libro, però, vengono fuori le storie di donne sconosciute e non famose come la d’Arco.

Viene raccontata, con un linguaggio di facile comprensione, seppur tecnico e ricco di nozioni giuridiche, la storia di donna Prudentia accusata da altrettante donne, sue vicine di casa e forse da lei reputate amiche… o nemiche, di essere una strega-lamia, cioè di essere una strega che si ciba di sangue di neonato, provocando il proscougamento e la morte dello stesso. Un essere terrificante che nella cultura popolare, spesse volte in un contesto rurale e ignorante, rappresentava un reale pericolo.


Durante la lettura di questo testo mi sono immedesimata in queste povere donne accusate di essere streghe perché sapevano curare con le erbe officinali o perché erano delle brave levatrici: troppo a contatto con i bambini, bambini che spesse volte la strega non poteva concepire.

Mi sono chiesta quanta paura, quanta angoscia queste donne potevano avere di fronte all’inquisitore ma soprattutto durante le torture. Le torture aiutavano le false confessioni: donna Prudentia fra tutte, scelse di confessare il suo “peccato” pur di far finire le torture insopportabili sul suo corpo. Le false confessioni, di conseguenza, allargavano le dicerie sulle streghe e sulla loro reale esistenza, dicerie che attecchivano sopprattutto fra il popolo ignorante.


Le streghe, delle vittime. Sono donne e in quanto tali facilmente attaccabili. La cultura del tempo, infatti, vedeva le donne come qualcosa di “difettoso”, troppo simili alla prima peccatrice: Eva.


Le mie sensazioni, nel leggere queste pagine, sono state di angoscia, paura, terrore. Viene fuori, però, anche il tanto coraggio. Quel coraggio sano che contraddistingue tutte noi donne. Quel coraggio che porta ad affermare, a ribadire la prorpia innocenza anche sotto più di una tortura durata per ore ed ore, come nel caso della presunta strega-maga donna Laurizia.

Ringrazio infinitamente Monia Montechiarini per aver dato voce e visibilità a donne dimenticate dalla storia ma che hanno, con la loro presenza e la loro storia e il loro coraggio e la loro caparbietà dimostrato che non dobbiamo arrenderci mai, che non dobbiamo piegare la testa, che dobbiamo lottare con tutte noi stesse per non diventare le prossime vittime.