“SAPRO’ RICOMINCIARE”. Di Clara Schiavoni

Saprò ricominciare. Clara Schiaavoni. Ed. Affinità Elettive, anno 2017

15 dicembre 1433, dopo 9 lunghissimi anni trascorsi a Pesaro come fuggitiva da una sorte troppo avversa, dopo aver versato innumerevoli lacrime amare per la morte del giovane e amatissimo marito Piergentile, Elisabetta torna, finalmente trionfante, a Camerino. Vi torna come Reggente e fa le veci del figlio Rodolfo e del nipote Giulio Cesare. La sua promessa di tornare a Camerino trionfate è stata da lei mantenuta.

Il popolo è in giubilo, gli odiati Berardo e Gentilpandolfo sono stati finalmente sconfitti e l’anima di Camerino torna a trionfare: Elisabetta è nuovamente al posto che le spetta. Si riappropria rapidamente dei suoi appartamenti in Palazzo Varano, ma il palazzo non è più il posto che si ricordava di aver lasciato 9 anni prima: è diventato un luogo cupo, tetro con mobilia non idonea al suo splendore. Elisabetta modifica tutto: torna a far risplendere Palazzo Varano, incarica geometri, ingegneri, sarti e servitori al fine unico di far risplendere di luce propria la sua dimora.

A Palazzo, ritornano i lustri, le feste (occasioni con cui Elisabetta cerca di intessere alleanze con i personaggi più potenti che, in poco tempo, incominciano nuovamente a camminare tra le sale e i corridoi di Palazzo Varano).

Il popolo è governato da Elisabetta “con materna sollecitudine” come da lei promesso alla popolazione camerte.

Gli abiti sfarzosi, i gioielli imponenti, i fruscii dei taftà degli abiti più alla moda delle dame che entrano nelle stanze di Palazzo Varano, fanno risplendere tutto il potere che si concentra nelle mani della Reggente Elisabetta.

I  piccoli Rodolfo e Giulio Cesare stanno crescendo velocemente e iniziano presto ad imparare l’arte della guerra e per questo vengono addestrati ogni giorno: col tempo sapranno diventare eccellenti combattenti e saranno in grado di governare in maniera coscienziosa Camerino una volta raggiunta l’età idonea.

Il fidato cavaliere Venanzio resta sempre vicino ad Elisabetta, ma sempre “un passo indietro” a lei, il loro è un amore vero, casto e forse impossibile. In poco tempo Venanzio prenderà una decisione che cambierà definitivamente le sorti di entrambi.

Elisabetta vive a Palazzo circondata da tanto amore, in primis quello dell’adorata cognata Tora e, per non ultimo, quello dei suoi figli

Primavera, poco meno che adolescente, sente la vocazione divina e decide di non tornare a Camerino, bensì preferisce ritirarsi presso il convento delle clarisse dove la sua anima trova pace e felicità.

Costanza è diventata una bellissima giovane donna, e come la nonna Battista è una grande intellettuale e in tutte le corti italiane parlano di questa sua splendida dote. Costanza ha raggiunto l’età per trovare un marito. Lei è perdutamente innamorata di un giovane nobile ragazzo che la contraccambia, ma Elisabetta acconsentirà a questa unione?

Quando Elisabetta si convince di aver trovato la tanto attesa, (e agonista), felicità e l’appagatezza  la vita diventa nuovamente crudele con lei, un dolore lacerante dilanierà per sempre il suo cuore e la sua anima. In quel momento si rende conto che restare a Camerino è per lei impossibile: prende una decisione drastica, coraggiosa e molto audace che in poso tempo la vedrà allontanarsi da Palazzo Varano, nel quale non farà mai più ritorno.

NOTE: la Schiavoni continua a narrare le vicende di Elisabetta Malatesta Varano con un filo conduttore che inevitabilmente la ricollega al precedente romanzo “Sono tornata”. La procedura narrativa è più o meno uguale a quella del primo libro: l’autrice scrive in modo comprensibile e ricco di sapere storico.

La lettura è ovviamente “obbligatoria” per tutti quei lettori che hanno letto il primo romanzo (“Sono tornata”).

La struttura del  libro richiede un adeguato sapere storico-medievale, ma lo reputo anche un ottimo testo di studio, oltre che di piacevole lettura.

Ancora una volta ho adorato la brevità dei singoli capitoli, che a mio avviso, sono molto utili per creare curiosità nel lettore e quindi invogliarlo a continuare a leggere.

L’editing è stato fatto in maniera impeccabile, i refusi sono quasi del tutto assenti.

Lo reputo un ottimo libro.

Consigliato.

Buona lettura a tutti.

Veronica Ambrosino.