“SONO TORNATA”. Di Clara Schiavoni

Sono tornata. Di Clara Schiavoni. Ed. Affinità Elettive, anno
2013.

Fin dalle prime righe ho definito questo libro un romanzo-saggio. Romanzo:
perché narra le esperienze dei personaggi protagonisti delle vicende che
hanno colpito la famiglia Varano a partire dal 1433. Saggio: perché,
l’autrice, conduce la narrazione del libro sottolineando principalmente gli
aspetti descrittivi delle vicissitudini, che sono narrate in maniera
storicamente precisa e dettagliata, raccontando in parole semplici, ma ricche
di sapere storico, le situazioni che ha dovuto affrontare la potente famiglia
Varano.
Chi erano i Varano? Erano i signori di Camerino (località in provincia di
Macerata), e lo sono stati per circa 150 anni. Nel 1424 muore il capostipite
dei Varano, Rodolfo III, i cui eredi sono Berardo e Gentilpandolfo di
primo matrimonio, e Giovanni, Piergentile e Tora di seconde nozze. Berardo
e Gentilpandolfo, sono uomini ormai molto adulti al momento della morte
del padre, sono però, pienamente consapevoli che dovranno condividere con
gli altri due fratelli l’eredità paterna e conseguentemente con i loro eredi
maschi. Per questo trovano in loro una minaccia concreta e da estirpare.
Escogitano trame e intrighi per farli fuori insieme ai nipoti, e inizialmente
la fortuna sembra dalla loro parte.
Alleati del legato papale, inviano Piergentie a presenziare di fronte a
quest’ultimo, altro però non è che una trappola:Piergentile viene accusato di
un atto gravissimo per cui non esiste il perdono.
Giovanni, a Palazzo Varano rimane “intrappolato” nell’intrigo di suo
fratello Gentilpandolfo e poco potrà fare per arginare la minaccia del
fratellastro.

Berardo e Gerntilpandolfo sembrano inizialmente riuscire nel loro intento
ma non hanno fatto i conti con il fidato cavaliere Venanzio che organizza,
con la complicità di Tora, la fuga di Elisabetta (moglie di Piergentile) e dei
suoi figli. Bartolomea, moglie di Giovanni, decide di recarsi presso il
convento dove, da molti anni, si è ritirata sua madre, e lì, dopo poche
settimane dal suo arrivo, muore di crepacuore. Prima di partire Bartolomea
consegna, l’unico figlio di lei e Giovanni, Giulio Cesare, alle amorevoli cure
di Elisabetta. Quest’ultima, diventa ora una grande protagonista: giura a
sé stessa di tornare a Camerino conducendo Rodolfo e Giulio Cesare come
signori della città.
Elisabetta e il suo seguito si rifugiano a Rocca di Visso. I cognati assediano
la Rocca e si stanziano nei pressi di essa. Dopo 9 mesi sembrano arrendersi
e ritirarsi, in realtà anche questa è una trappola, e Berardo e
Gentilpandolfo costringono Elisabetta e il suo seguito a seguirli di nuovo a
Camerino, dove possono meglio tenerli sott’occhio.
Elisabetta si riappropria dei sui appartamenti di Palazzo Varano, dove si
fa cullare dai dolci ricordi d’amore che ha vissuto in quelle stanze con il suo
amato marito. Lì adesso, ad attenderla, c’è sua cognata Tora che adora
moltissimo, la quale decide di crescere e accudire, come fosse il proprio
figlio, il piccolo nipote Giulio Cesare.
Gli intrighi sono sempre dietro l’angolo fra le mura di Palazzo Varano ed
Elisabetta e tutto il suo seguito sono di nuovo costretti alla fuga, questa
volta verso Pesaro, dove ad attenderli ci sono gli adoratissimi genitori di
lei: sua madre Battista e suo padre Galeazzo Malatesta.
Elisabetta riuscirà mai a tornare a Camerino come signora di quelle terre e
a sconfiggere gli odiatissimi cognati?

NOTE: Clara Schiavoni è un’esperta storica, che non ha bisogno di
commenti.
Questo libro, come ho già precedentemente detto, è per metà romanzo e per
metà saggio storico. Lo reputo molto utile come strumento di studio per chi
vuole approfondire le proprie conoscenze sulla famiglia Varano.
L’autrice è una storica a tutto tondo: nomina Petrarca e un suo sonetto,
segno di un’ottima conoscenza della letteratura medievale. Non solo, la
Schiavoni cita anche opere d’arte segno di un buon sapere di storia
artistico-medievale.

Il romanzo, per come è strutturato, a mio avviso, è adatto principalmente a
quei lettori che hanno un minimo di sapere storico-medievale. Nonostante
questo consiglio comunque questa lettura anche a chi tenta di approcciarsi
al Medioevo per la prima volta o poco più.

Ho adorato la brevità dei vari capitoli, personalmente trovo molto positivo
“dare uno stop” dopo poche pagine di narrazione, per dare modo al lettore di
assimilare il più possibile quello che ha appena letto e di conseguenza
incuriosirlo ad andare aventi con la lettura.

L’editing è stato fatto in maniera impeccabile, i refusi sono quasi del tutto
assenti, e tutto il testo è scritto veramente benissimo.

LETTURA CONSIGLIATA!

Veronica Ambrosino